Pensieri

Autodistruzione

Mi accorgo che molte volte cerco di alterare le mie percezioni per scappare da me stessa.

Se razionalmente penso di essere una persona leale e con dei valori (ed anche un valore), inconsciamente mi odio. Sono un fallimento. Sbaglio tutto. Faccio schifo. Non merito niente, se non di soffrire. 

Perché? 

Beh, per questo dobbiamo andare a scavare troppo in profondità, e sarà per la prossima storia. 

Ma non puoi scappare dal Demone se la sua casa è la tua testa, vero?

Quasi.
Il demone può essere ingannato, può essere distratto. Posso sempre guadagnare tempo. E posso farlo schierandomi dalla sua parte, ovvero contro me stessa. 

Quando un piccolo dettaglio scivola fuori dal binario che avevo previsto e le cose iniziano ad andare storte, il Demone spegne la luce. Clic. Ed io inizio a sfasciare tutto. Ho distrutto relazioni, parti del mio corpo, oggetti, idee, certezze. Se qualcosa andava male, tanto valeva che andasse male tutto quanto. Per poi ritrovarmi sul fondo del pozzo, le unghie sporche di fango e spezzate, le dita e le gengive sanguinanti, il trucco colato ed i capelli strappati, e dirmi: “Ora sì che fai davvero schifo”. 

Nelle ultime settimane prima dei miei 30 anni ho provato a fare tante cose che non avevo mai fatto nella vita per poter dire: “L’ho fatto prima dei 30”. Per questo mi sono proposta una sfida estrema: ho provato a non cedere agli impulsi autolesionisti, di nessun tipo, per un mese intero. Niente alcol, niente droga, niente ferite aperte, corse in auto, niente urla al cielo nel cuore della notte, sigarette rubate dai posaceneri, niente lacrime per annegarmi, niente salti dal punto più alto, niente rapine a mano armata, niente minacce di morte mandate via posta. Niente gara a chi si distrugge di più, la mia specialità. Ma sono riuscita a resistere, e comunque vinco sempre io, ed ormai non voglio più giocare. 

Ho risolto il problema? 

Ovviamente no. Perché il Demone la luce la spegne ancora, mi ruba i vestiti, mi stringe nel lenzuolo, mi soffoca con le finestre chiuse e io non riesco a reagire. Ma con un po’ più di forza di prima  riesco a scegliere. A volte. 

 

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