Pensieri

Caro Fratello

Caro Fratello,

Sono passate tante settimane ormai da quel giorno in cui, in modo frettoloso e quasi indifferente, ci siamo salutati senza sapere quando ci rivedremo.

Ad un occhio esterno quel saluto così rapido e senza praticamente guardarci sarebbe sembrato assurdo: io stavo partendo per l’Australia, e lo stavo facendo senza di te. Il progetto inizialmente ci vedeva partire insieme, ma poi tu hai intrapreso un percorso professionale che non aveva senso interrompere ora per fare questa esperienza. E poi hai tempo tu, 25 anni vuol dire che ne hai ancora 10. Io, invece, ne ho già 32 e mi ero vista sfuggire tra le mani l’opportunità di lavorare nella terra dei canguri già una volta. Ma poi dopo il Covid l’Australia ha alzato a 35 il limite di età per ottenerlo e quindi, metti caso che io voglia fare tutti e 3 i rinnovi possibili, faccio in tempo per un pelo.
Ed ecco come ci siamo separati.
Non dovrebbe essere così strano, no? Quanti anni abbiamo passato lontani? Io a Milano e tu, ragazzino, a Sondrio. Io a Bordeaux e tu ad Amsterdam. Io tornata a Sondrio e tu a Tenerife. Solo che poi sei tornato anche tu. Doveva essere per poco, quante volte l’abbiamo ripetuto? E invece sono due anni che ti ho accanto, due anni in cui mi sembra che tu ti sia ingarbugliato nella tua vita in un modo che non capirò mai. Ma al tempo stesso hai trovato il modo di districare il nostro rapporto, con il tuo modo dolce di accettare i miei spigoli ed i miei burroni, e davvero senza mai chiedere nulla in cambio.
Era così confortante il pensiero di sapere che anche quando ero la peggior versione di me tu saresti stato in grado di farmi sentire a posto, e proprio per questo l’idea di perderti era così inaccettabile che ho dovuto evitare questo pensiero per tutte le settimane precedenti la partenza, e anche in quelle successive. Perché noi quando siamo lontani non ci sentiamo, e sì, io tornerò, ma tu dove sarai?

Caro Fratello,
La psicologa di qualcun altro ha consigliato di sedere dentro un’emozione negativa per risvegliare i sensi, in un momento in cui sembra (a lei, a me) di essere avvolta dall’apatia. E quindi oggi ho deciso di sedermi qui, così lontana da te, e di rendermi conto di quanto tu mi manchi come un arto, e del fatto che ho paura e che vorrei così tanto che tu fossi con me da sentire del dolore fisico quando penso che non è così.
Ma poi penso alla persona che sei diventato, sicuramente anche a causa del fatto di aver dovuto crescere a fianco ad una sorella difficile come me, penso a come sei paziente, simpatico, a come metti luce in una stanza. Penso alla scelta lavorativa che hai fatto e all’impegno che ci stai mettendo; penso alle frustrazioni che hai dovuto incassare e all’allegria che emani ugualmente. Penso che il fatto che io stia così male al pensiero di non averti con me è dovuto al fatto che ti amo sopra ad ogni cosa del mondo e questo è merito tuo e della mamma che, spero lo sappia, è l’artefice di tutto l’amore nella nostra piccola e malandata famiglia.
Penso che ogni cicatrice tua è anche mia, e che ovunque andrò sarai con me, anche se non proprio. E questo male così forte che sento nel petto si colora un pochino, solo un tocco, come un bottone rosso nella notte.

Vento in poppa Fratello mio. Hai nervi saldi e coda d’acciaio, e io sono fiera di te.

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