Vedi Biagio,
Il punto in questo lavoro per me non è la causa, o meglio: non solo.
Credo che l’integrazione culturale sia fondamentale, certo. Sono anche chiaramente contraria al razzismo e ai pregiudizi che dominano l’Italia. Sono stata un’immigrata a mia volta e ho subìto la discriminazione. Certo, rispetto a molti ho avuto vita facile: sono bianca, ed il mio stigma era invisibile, l’accento. Vorrei che le discriminazioni non esistano più e voglio fare la mia parte attivamente.
Però non c’è solo questo. Oltre alla causa io, in questo lavoro, ci ho trovato una ragione.
Lavorare nei centri di accoglienza, cercare di aiutare le persone che sono venute via dal loro Paese, attraversando migliaia di chilometri a volte a piedi, a volte in barca, a volte nascosti sotto a un camion, e provare a dar loro un futuro diverso mi ha, davvero, giustificata. Una come me, che non si è mai sentita capace di fare niente, che fa fatica ogni giorno da anni a svegliarsi perché non ne trova il senso, ecco… Qui l’ho trovato.
Non voglio dire che il mio lavoro sia ora la mia ragione di vita, no… Però forse è la cosa più vicina a questo che io abbia avuto. So di poter realmente fare la differenza per alcune persone. Ci sono madri che vorrebbero dare il mio nome alla loro prossima figlia. Persone che ancora mi chiamano capo anche se non sono più niente per loro. Sento che alcune persone, quando non si trovano più, a volte guardandomi negli occhi e sentendomi dire “Don’t worry”, si fidano e hanno un po’ meno paura.
Non ho mai voluto stare al mondo. Perché fa schifo, e non è giusto.
Ma lo sai come si cambia il mondo? Aiutando le persone a diventare gente per bene. E nel mio piccolo io, ora, posso farlo. La causa diventa anche l’effetto, perché ho un po’ più voglia di vivere in un mondo di persone buone. Funziona una volta su venti, sai Biagio? Però vuol dire che se ci provi cento volte, ce la fa cinque. E se ci provi mille volte, ce la fai cinquanta. Ed è vero, è sfibrante, e di quelle mille volte ce ne sono novecentocinquanta dove non serve a nulla, dove ti sbatti per niente, dove non riesci ad agganciare le persone nel modo corretto e le perdi, o le vedi scappare dopo tutta la fatica che hai fatto, o magari spariscono nel nulla e non ne senti mai più parlare.
Ma se davvero farò del mio meglio, forse tra 15 anni ci sarà una bambina nera che parla perfettamente l’italiano, magari anche un po’ di dialetto, e tutte le mamme nere si chiederanno che strano nome è mai Caterina. E io lo saprò perché si chiama così: è quella la Causa.
Tu sei fantastica, e non perché sei mia figlia , perché davvero fai la differenza ????,