Pensieri

25 giorni

Giorno 25 senza vederti.

Ho ormai dimenticato non solo la tua voce, che sento metallica e distante attraverso il telefono, ma anche la consistenza della tua pelle sotto le mie dita. Non sono più capace di addormentarmi tra le tue braccia perché dall’ultima volta è passato tutto questo tempo, le notti scivolano via, una dietro l’altra, fredde e solitarie ed ogni alba arriva sempre troppo presto.
L’autunno ha prepotentemente rimpiazzato gli ultimi caldi giorni di settembre, gli alberi cambiano, virando dal verde ai colori magici di questa stagione. Ma stanno già perdendo le foglie ed io temo che quando tornerai sarà tardi e non potrò più farti vedere quanto sono belli.
Mi disse mio fratello una domenica mattina tornando da un rave che ci rendiamo conto di quanto è bello ciò che abbiamo intorno solo quando siamo rovinati, ma io penso che è solo quando siamo rovinati che ce lo diciamo ad alta voce.
Faccio da sola tutte le cose che si fanno in coppia: scopro nuovi angoli di questa città che ci ha visti conoscere, passeggio per mercatini la domenica, ho preso un sacchetto di castagne troppo grande per me e non ho avuto nessuno che mi aiutasse a finirlo.

Non posso dire che mi manchi. Non mi manchi perché non ci sei da così tanto che è come se non ti avessi mai avuto, e il tempo trascorso separati supera di gran lunga quello in cui siamo stati insieme. E tutta questa distanza mi ha fatto dimenticare com’è bello quando sei con me, non mi fido più dei miei ricordi, non so più chi sei e quando sei esistito nella mia memoria e nel mio cuore.

Mi sveglio tardi una mattina nel weekend con la pioggia forte contro la finestra e penso che oggi non riuscirò a fare niente. Perché è una di quelle giornate che si può soltanto trascorrere a letto, a mangiare, fare l’amore e guardare film idioti, che poi con te per la prima volta in vita mia mi si è posto il problema di dover scegliere in che lingua guardarli, questi film, perchè mezzi nudi e addormentati come stiamo non abbiamo voglia di leggere i sottotitoli, alla fine abbiamo provato a mettere un cartone animato in francese ed io ho capito tutto e tu eri contento.

Sfogo su di te la frustrazione di dover subire una storia a distanza quando io in queste cose non ci ho mai creduto, e lo so che non è per sempre ma mi sembra così da sempre, e mi sono ritrovata a ripensare a tutti i miei ex da cui non mi sono dovuta separare mai e tutto mi è sembrato così tanto più bello e sensato che sono stata più volte sul punto di buttare tutto all’aria. Se non mancasse così poco (“Presto” ci diciamo, da mesi) sicuramente avrei lasciato perdere. E non perché non ci credo, ma perché non mi ricordo più di te e di noi.

Anni fa ho dovuto aspettare un ragazzo per un mese, e lui come Romeo si era ribellato alla famiglia e mi aveva raggiunta (stavo a Parigi, oh questa Francia…) e tutto era diverso quando arrivò. Carichi di aspettativa come eravamo, le cose andarono invece diversamente (e chiaramente)… Comunque passò e resistemmo a lungo dopo, finché la storia si chiuse in maniera abbastanza naturale.
E adesso?
Quanto sarebbe naturale chiudere la storia adesso? Quanto pesano i sogni che ci siamo disegnati addosso oggi che non abbiamo più vent’anni? Quanta verità c’è nel raccontarmi che tornare qui aveva solo parzialmente a che fare con i progetti che non ho più tempo di buttare? Quanta paura ho di essere in ritardo ora che il mio punto di non ritorno è così vicino? Eppure credevo di essere cresciuta, non è così?

Sono 25 giorni che non ti vedo e non ho più idea di cosa sappia la tua pelle.

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