Passano i giorni, si avvicinano le scadenze, cade la maschera, arriva la paura.
Arriva per tutti. Anche per chi, come te, fa finta di non averne. Fa finta di voler abbandonare, per non ammettere di non voler essere abbandonato. Anche per chi vuole scappare il prima possibile da una cosa che dà per spacciata ed invece non lo sarebbe stata. Se solo avessi avuto gli strumenti per guardarti dentro e capire che questa enorme rabbia è soltanto la paura di essere abbandonato, di nuovo… La mia stessa paura. Quella fragilità che ci siamo visti addosso l’un l’altra fin dal primo giorno, ci ha legati, fusi, come acqua e vino. Ed io non ti avrei abbandonato mai, perché perderò una parte di me stessa che avevo messo su di te.
Ma è andata così ed ora è tardi, è troppo tardi da troppo tempo e non c’è più nulla che io possa fare. Tu sì. E lo fai: l’esatto opposto di quello che avevo sperato.
Arriviamo al punto di inversione di marcia: quella che era una storia d’amore lascia spazio solo alla disperazione. Per chi, come me, non ha mai saputo vivere per se stesso, la fine di una relazione, dell’unica relazione in cui abbia mai creduto per davvero, rappresenta emotivamente anche la fine della vita. Quale può essere lo scopo di una vita passata in solitudine? Che valore hanno le cose se non si possono condividere? E sì, ci sono gli amici, ma possiamo davvero paragonare le due cose?
Queste domande, anche se razionalmente sbagliate, hanno affollato la mia mente negli ultimi giorni. Ad aggravare la situazione, il netto rifiuto da parte di chi diceva di amarmi, il muro di silenzio, l’indifferenza crescente davanti ai miei pianti, i segreti taciuti ed il letto lasciato vuoto. Mi sono nutrita d’insonnia aspettando il momento in cui saresti tornato, e quando è successo comunque non c’eri. Ero già sola settimane prima che tu te ne andassi, ma non ho mai voluto accorgermene.
Fino a quando è stato troppo. L’ennesimo muro, il più brutto di tutti. L’abbandono in reazione all’abbandono. L’incapacità di venire incontro al più basilare dei bisogni. Un’altra notte con il letto vuoto. Un altro rifiuto senza possibilità di appello. Un altro crollo… Il più pesante.
Stordita dal sangue versato e dai cocktail di calmanti ingurgitati a stomaco vuoto, ho strisciato per l’ennesima volta al tuo cospetto. I segni degli attacchi di panico che sono tornati a scuotermi negli ultimi mesi ancora sul viso, lo sguardo annebbiato, la testa che girava. Mancavano quattro minuti all’arrivo della metro, tanti, troppi per il poco tempo che mi era rimasto, ma rimasto per cosa? Quattro minuti quando un conato di pianto mi ha annegato gli occhi e lo sguardo, esausto, è andato sui binari: vicini, scoperti, così facili da raggiungere…
Quattro minuti sono bastati. Il presagio si è dissolto. Sulla metro ci sono salita.
Ma se fosse mancato un solo minuto, cosa sarebbe successo?
Saltano le coperture, le recensioni, le foto dei tramonti, i balletti, le facce stupide, ogni sorriso che sia mai apparso sulla mia bocca. Tutto cade a pezzi, tutto viene cancellato con la forza disperata di un uragano che non posso gestire. Sono qui, davanti a te, la carne ed i nervi scoperti, a mostrarti la mia vera essenza. Eccessivamente instabile persino per badare a me stessa, non posso più stare da sola. Ho voluto morire almeno una volta di troppo, e solo una questione di tempo mi ha salvata stavolta. Da sola nonostante te, nuotando con i momenti di affanno e col senso di non poterci riuscire… O affogo.
Ma non mi posso permettere di affogare.
No?
Non affogare, la vita è troppo bella per buttarla via. Ti aspetta un futuro luminoso davanti, con un viaggio, e una nuova importante esperienza. Sono sicuro che ti darà tanto, e ti aiuterà a credere in te stessa e nelle tue capacità, sei forte, anche se non lo sai. Qualsiasi cosa succeda, io ci sono, sotto un’altra luce, ma ci sono.
Un bacione
Prendi fiato.
Che sconfitta sarebbe, l’arrendersi ? Questo segno sul cuore, una ferita grave, una cicatrice profonda, sarà sofferenza per sempre, rabbia per sempre, ma non rimpianto per sempre. Chi Ama come te rischia ogni volta ma VIVE. Non potrai ridurre mai l’enormità di cuoricini, ma la tua capacità d’amare non sarà dispersa nel vuoto, bensì alimento ed insegnamento per chi ti conoscerà. Cara la mia tesorina