Stories

Storie Stra Ordinarie Ep. 1 – Jorge e Francesco

Questa rubrica di storie comuni ma al tempo stesso incredibili la voglio cominciare con la storia di due persone che in maniera del tutto inaspettata hanno cambiato per sempre il corso della mia vita.

Quando lasciai definitivamente Milano col cuore a pezzi partii ben prima dell’alba, con una manciata di minuti di sonno sconvolto addosso, una valigia in mano e un bagaglio emotivo insostenibile.

Terrorizzata, all’aeroporto avevo notato un ragazzo con gli occhi azzurrissimi e dei lunghi dreadlocks biondi. Avevo pensato di rivolgergli la parola, ma poi avevo rinunciato. Dopo 4 ore di volo ero atterrata a Gran Canaria. La destinazione era l’ostello HiTide dove avrei lavorato.

Il ragazzo coi dreads biondi era lì! Si chiamava Lorenzo, aveva 21 anni e voleva cercare lavoro per la stagione come istruttore di windsurf. È stata la prima persona con cui ho legato in ostello. La sera dopo tramite Lorenzo conobbi Jorge, un ragazzo argentino che viveva in Spagna da vari anni, anche lui ospite dell’HiTide e anche lui alla ricerca di lavoro sulle isole. Jorge non parlava una puta palabra di inglese e Lorenzo si inventava uno spagnolo molto improvvisato ma comunque efficace per comunicare con lui.

Entrambi se ne andarono dopo circa una settimana, Lorenzo diretto a Fuerteventura e Jorge a destinazione Lanzarote. Io non so dov’ero e perché non riuscii a salutare Jorge il giorno della sua partenza, ma lui lasciò sul mio letto un biglietto con su scritto “Ciao bambina” ed il suo contatto Instagram.

Mi ricordo molto bene di come all’inizio non riuscivo a leggere il nickname -la calligrafia era poco chiara -, ed infatti la prima volta che cercai non trovai il suo profilo. Qualche giorno dopo mi venne in mente e provai di nuovo e dopo qualche altro tentativo lo trovai. In quei giorni mi ero scambiata i contatti con così tante persone che uno in più o in meno non faceva la differenza, eppure se non lo avessi salvato la mia vita in seguito sarebbe sicuramente stata diversa.

Di Francesco ne ho già diffusamente parlato. Capitò a Las Palmas in vacanza per venire a trovare degli amici che erano arrivati lì da poco. Lui lavorava a Lanzarote da un annetto, era un individuo piuttosto disturbante ma completamente vero. Alloggiò all’HiTide per una settimana + 1 giorno (perse l’aereo al ritorno) ed anche con lui rimasi in contatto.

Quando me ne andai da Las Palmas passai a Lanzarote a fare visita a questi due neo amici. Andai a trovare prima Jorge e poi Francesco. Si incrociarono anche per una sera e – inaspettatamente – si piacquero e continuarono a vedersi anche quando io ripartii.

Francesco (sx) e Jorge al loro primo incontro

Càdiz e Ibiza furono due esperienze da certi punti di vista strane ed arrivarono in un momento in cui mi sembrava di star finendo i soldi (non avrei mai immaginato a che punto sarei stata capace di far arrivare il mio conto corrente nei mesi seguenti) e quindi urgeva trovare un lavoro. Tra le varie opzioni che avevo c’era anche Francesco che mi diceva di andare a vivere a casa sua perché posto ce n’era e lavoro ne avrei trovato.

Dopo un’esperienza ibizenca particolarmente traumatica mi decisi ad andare a Lanzarote, perché c’erano i miei due amici ed io avevo bisogno di un po’ di comfort zone. Il giorno in cui atterrai Jorge mi chiamò e mi disse: “Al ristorante dove lavoro io serve qualcuno che parli le lingue, puoi venire stasera a fare il colloquio?”.

Io e Jorge di ritorno dal mio colloquio col suo (dal giorno dopo nostro) capo

A partire dal giorno dopo per 4 mesi lavorai fianco a fianco con Jorge, abitando con Francesco. Non conto nemmeno più quante serate abbiamo fatto insieme fino al mattino per poi andare a lavoro direttamente conciati malissimo.

Mi raggiunse sull’isola anche mio fratello a un certo punto, restò due mesi e mezzo. Diventammo un quartetto inseparabile ed ho dei ricordi bellissimi legati a questo gruppo, il quartetto Calavera.

Dicono che da un battito d’ali di una farfalla possa scatenarsi una tempesta, io questo non lo so, ma so per certo che se non fossi riuscita a decifrare quel “jorge_trikitraun” che seguiva il “Ciao bambina” su quel bigliettino, e se Francesco fosse capitato sull’isola un mese prima o fosse finito nell’ostello accanto o fosse andato a dormire dai suoi amici (come sarebbe stato logico) sicuramente il mio 2018 sarebbe andato diversamente.

Perché Trikitraun? Eh, questa è una bella domanda….

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